La stagione dei Congressi (1839-1847)



Dal 1839 si tennero annualmente i congressi degli scienziati nelle principali città italiane con un alto numero di partecipanti:
1839 Pisa 421
1840 Torino 573
1841 Firenze 888
1842 Padova 514
1843 Lucca 494
1844 Milano 1611
1846 Genova 1062
1847 Venezia 1478

Ai congressi intervennero matematici, fisici, astronomi, chimici, geologi, naturalisti, ma anche economisti storici, giuristi e letterati che trovarono posto nelle varie sezioni. La maggiore ostilità fu manifestata dallo Stato Pontificio durante il pontificato di Gregorio XVI: la Congregazione degli studi vietò ai professori la partecipazione ai Congressi. Nel 1846 i congressisti chiesero al nuovo pontefice Pio IX di poter tenere a Bologna il Congresso del 1848, ma non ricevettero risposta. La richiesta fu rinnovata per il 1849. Gli stati di provenienza dei congressisti furano determinati in buona parte dalla posizione geografica delle sedi; nel complesso il 75% provenne dal nord dell'Italia e dalla Toscana: Lombardo-Veneto, Trentino e Trieste (36%), Piemonte e Liguria (19%), Toscana (20%).

Animatori dei Congressi tra i matematici furono Mossotti, Corridi, Menabrea, Chiò, Piola, Bellavitis, Minich, Brioschi, Tardy, Lavagna, Plana, Bordoni, Codazza, Frisiani, Montucci. I Congressi furono anche un'occasione di incontro con scienziati stranieri. Charles Babbage intervenne al Congresso di Torino illustrando la sua macchiana calcolatrice. Carl Gustav Jacobi e Wilhelm Borchardt parteciparono al Congresso di Lucca.

Gli Atti furono pubblicati regolarmente per i primi otto Congressi. Per il nono rimasero manoscritti e sono conservati presso l'Istituto e Museo di storia della scienza di Firenze, insieme a tutto l'archivio ufficiale dei Congressi.


         successivo             |           precedente       |          indice       |