Matematica a Torino


Con Pavia e Pisa, Torino fu il terzo polo di irradiazione della matematica italiana postunitaria. Contrariamente alle altre due, di carattere sostanzialmente unitario, a Torino si svilupparono due diverse tendenze.

La prima, che ha origine nell'insegnamento di Angelo Genocchi, ebbe come suo principale esponente Giuseppe Peano. Spirito critico e assertore del rigore assoluto in matematica, Peano si distinse per importanti contributi all'analisi, tra cui un teorema di esistenza per equazioni differenziali ordinarie e la famosa curva di Peano, che riempie un quadrato. Più tardi si rivolse alla logica e ai fondamenti della matematica. In questo campo è da segnalare la formulazione assiomatica dell'aritmetica, e soprattutto la determinazione di un sistema di simboli logici, alcuni poi entrati nell'uso, mediante i quali insieme a un certo numero di collaboratori entusiasti, tra cui Mario Pieri, Cesare Burali-Forti, Giovanni Vailati e Alessandro Padoa, iniziò un gigantesco programma di riscrittura rigorosa della matematica, culminato nella redazione del Formulario.
scuola di Peano

La seconda scuola ruotava attorno a Corrado Segre, che riprendendo ricerche iniziate da Luigi Cremona ispirò un programma di ricerche sulla geometria delle curve e delle superfici. La scuola di geometria algebrica sarà una delle più importanti realizzazioni della matematica italiana, e avrà in Guido Castelnuovo, Federigo Enriques e Francesco Severi i suoi massimi esponenti.
scuola di Segre


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