Da Curtatone a Solferino


In Italia la massima espressione della partecipazione degli scienziati al Risorgimento è fornita dal Battaglione degli universitari pisani nella battaglia di Curtatone e Montanara (29 maggio 1848). Il Battaglione era comandato da Ottaviano Fabrizio Mossotti, con il grado di maggiore, e comprendeva i suoi allievi Riccardo Felici, tenente, e Enrico Betti. Non fu però questo l'unico episodio importante del biennio che vide coinvolti i matematici. Francesco Brioschi aveva partecipato alle Cinque Giornate di Milano. Silvestro Gherardi, che durante i moti delle Romagne del 1831 aveva comandato il battaglione universitario bolognese, fu deputato e sottosegretario all'Istruzione Pubblica della Repubblica Romana (1849). Il giovanissimo Luigi Cremona prese parte alla difesa della Repubblica di Venezia, fino alla resa (agosto 1849). Parteciparono ai moti rivoluzionari nelle loro città, e lo pagarono con l'esilio o con la perdita dell'impiego pubblico, Angelo Genocchi a Piacenza, Gilberto Govi a Mantova, Giuseppe Battaglini a Napoli, Carlo Conti a Padova.

La partecipazione dei matematici italiani alla vita politica e alle battaglie del Risorgimento non si esaurì con il 1849. Eugenio Beltrami fu licenziato per motivi politici dall'amministrazione delle strade ferrate del Lombardo-Veneto nel 1859. Eugenio Bertini prese parte alla campagna in Trentino del 1866 come volontario garibaldino.

Il generale Bourbaki partecipò alla Campagna d'Italia del 1859 di Napoleone III comandando nella battaglia di Solferino la divisione di Lione. Era nato a Parigi nel 1816 da una famiglia di origine greca e suo padre era morto combattendo per l'indipendenza della Grecia nel 1827. La fama di Bourbaki come generale pacifista è legata alla grave decisione che prese come comandante dell'esercito del Nord, durante la guerra franco-prussiana. Sconfitto dal nemico il 15 dicembre 1870 Bourbaki preferì il disonore personale all'inutile carneficina e negoziò con il generale svizzero Herzog il passaggio in territorio neutrale e la consegna delle armi dei suoi 82.000 soldati.


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