Raffaella Petti

Così, volendo risolvere qualche problema, si deve da prima considerarlo come già risolto e dare dei nomi a tutte le linee che sembrino necessarie per la costruzione, sia a quelle che sono incognite che alle altre.
Poi, senza fare distinzione fra date e incognite, bisogna risolvere il problema secondo il sistema che mostra più naturalmente possibile come queste linee dipendano mutuamente le une dalle altre, finché si può esprimere una stessa quantità in due modi.
Questo si chiama "equazione", poiché i termini di una di queste due espressioni sono uguali a quelli dell'altra.

[...]

Dopo ciò , se ci sono più equazioni, bisogna utilizzare in ordine ciascuno di esse, sia considerandola di per sé che confrontandola con le altre, per esplicitare ciascuna linea incognita e far così che non rimanga che una sola linea incognita uguale a qualche altra che sia invece nota, oppure che il suo quadrato o il cubo o il quadrato del quadrato o il soprassolido o il quadrato del cubo eccetera, sia uguale a qualcosa che tramite addizione o sottrazione di due, o più, altre quantità di cui una sia nota e le altre siano composte da quantità medie proporzionali tra l'unità e tale quadrato o cubo o quadrato di quadrato eccetera, moltiplicate per altre note. Cosa che scrivo in questo modo:

Vale a dire: z, che prendo come incognita, è uguale a b, oppure il quadrato di z è uguale al quadrato di b meno a moltiplicato per z, oppure il cubo di z è uguale ad a moltiplicato per il quadrato di z più il quadrato di b moltiplicato per z meno il cubo di c, e così via.