Data l'indipendenza degli eventi, il numero di conteggi misurato
in ogni intervallo seguirà una
distribuzione di Poisson con valore atteso pari a
(abbiamo trascurato le dimensioni lineari dei rivelatori rispetto a
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è dunque semplicemente proporzionale al valore atteso della
distribuzione, che può essere stimato correttamente e nel modo più
efficiente dalla media aritmetica
Il seguente codice risolve il problema:
# creaiamo un dataframe dal file # l'opzione skip permette di saltare le prime righe # di spiegazione nel file df = read.table(file="/afs/math.unifi.it/service/Rdsets/CosmoData.txt",skip=7) c = df$V3 n=length(c) d=47 # cm S=251.7 # cm^2 deltaT=2 # minutes cm=mean(c) # etc.. dcm=sqrt(var(c)/n) cat("average counts is ",cm," +/- ",dcm,"\n") k=(d/S)^2/deltaT cat("flux is ",cm*k," +/- ",dcm*k," muons/cm^2/sterad/min\n") |
Naturalmente avremmo potuto considerare la somma di tutti i conteggi
come un unico conteggio corrispondente ad un intervallo
. In tal caso la media coincide con l'unico valore misurato
e il risultato per il flusso resta invariato. Sapendo
che la varianza della distribuzione di Poisson è uguale al valore
atteso, il valore
è anche uno stimatore della varianza. L'errore
standard su
è dunque semplicemente
.
L'aver suddiviso i conteggi in intervalli ci permette comunque di
verificare l'ipotesi poissoniana:
x=10:60 hist(c,breaks=x) points(x,dpois(x,lambda=cm)*n,type="s",col="red") |